• Lun. Nov 4th, 2024

FARAFINA'S VOICE

"La cultura non fa le persone. Sono le persone a fare la cultura. Il razzismo non dovrebbe esistere, però non vinci un biscotto se lo combatti" - Chimamanda Ngozie Adichie

Caso Ariel Jeffrey Kouakou: una razzista punita

Dopo che era stata lanciata un’allerta AMBER per il giovane Ariel Jeffrey Kouakou, ragazzo di 10 anni originario della Costa d’Avorio scomparso lo scorso 12 marzo, era spuntato fuori un gruppo Facebook chiamato The Kingdom, una comitiva di razzisti di ogni genere che scrive stati e commenti offensivi riguardo alla sparizione di Ariel e ben altro. Uno tra i tanti commenti che di più ha attirato la nostra attenzione è stato quello della signorina Mélanie Tétreault per via delle conseguenze che hanno avuto in seguito le sue azioni.

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Dopo che è trapelato lo screenshort del suo stato che recitava “Do una ricompensa a chi me lo ritrova e me lo riporta sano e salvo. Da me, gli aspetta un bel futuro da schiavo di casa” con sotto la foto del ragazzo, Mélanie si è beccata un linciaggio mediatico. Gli internauti si sono infatti scagliati contro di lei fino a farla rimangiare tutto l’odio per i neri che aveva confessato sul social.

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“Bene, mettiamo le cose in chiaro, non sono razzista, mi piace solo provocare e fare dell’umorismo nero. Chiedo scusa a chi ho scioccato, ma non dicevo sul serio. Il gruppo nel quale ho pubblicato è un gruppo privato di black humor… Quindi non volevo offendere nessuno con le mie parole. Spero di cuore che il piccolo Ariel venga ritrovato, grazie”, aveva pubblicato poi la Tétreaul per giustificarsi e scusarsi. Ma troppo tardi! l’amministratore della Lunetterie New Look Eyewear, la ditta presso cui lavorava, informato del deviamento della sua dipendente da quello che dovrebbe essere un comportamento giusto, ha deciso di licenziarla con queste parole pubblicate sulla loro pagina:

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“Cari utenti, questa mattina siamo stati messi al corrente del commento inaccettabile di una delle nostre dipendenti su Facebook. Sappiate che Lunetterie New look prende molto sul serio questa situazione e si dissocia completamente dalle parole di questa dipendente. Il rispetto è uno dei valori fondamentali della nostra impresa e i nostri dipendenti devono rispettare questo codice di condotta e di etica. Stiamo prendendo i provvedimenti necessari riguardo a tale situazione …”.

Dopo le proteste e l’indignazione della comunità nera in tutto il mondo suscitate dalla cattiva pubblicità della marca H&M, le aziende stanno un po’ più attente su cosa dire o fare. Speriamo che venga ritrovato sano e salvo il piccolo Ariel e che vengano asciugate le lacrime di una madre.

Se il razzismo venisse punito spesso, il mondo sarebbe un posto migliore.

Andress Kouakou, Niamke N. Lynda

Di Andress Kouakou

Dottoressa in Mediazione linguistica e in Giornalismo e cultura editoriale, Andress Kouakou è nata in Costa d'Avorio dove ha trascorso una parte della sua adolescenza. Si è poi trasferita in Italia, all'età di 14 anni tramite ricongiungimento famigliare, dove ha proseguito la sua formazione scolastica. Prima di abbracciare il sogno delle parole, aveva scelto l'ambito meccanico nel quale ha conseguito il diploma. Un perito meccanico che sceglie le lingue, possiamo dire che la sua è una vera e propria riconversione ;) Ha così concluso il suo percorso universitario con un tirocinio a Parigi in una web radio dove ha acquisito competenze orali e tecniche.

8 commenti su “Caso Ariel Jeffrey Kouakou: una razzista punita”
      1. Assolutamente sì! Se ti va, poi fammi sapere come l’hai trovato. Se invece non dovessi più sentirti, per me avertelo fatto scoprire è già una grande soddisfazione. Grazie per la risposta, e buon fine settimana! 🙂

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