Quando si parla di cancro prevenire è meglio che curare. Questo è il moto alla base dell’istituzione sanitaria in Tanzania, che ha iniziato a vaccinare le ragazze contro il cancro alla cervice (collo dell’utero). La Tanzania è il settimo stato africano dopo Uganda, Rwanda, Botswana, Mauritius, Seychelles e Sudafrica, ad introdurre il vaccino contro il papilloma virus umano (HPV) all’interno del suo programma di prevenzione. Secondo il registro sanitario nazionale, oltre 600mila ragazze tra 9 e 14 anni sono già state vaccinate.
Il cancro al collo dell’utero è un tumore che si sviluppa nella cervice uterina cioè la porzione inferiore dell’utero, a causa di uno dei 100 tipi di papilloma virus umano. Di questi 100 tipi, 13 sono cancerogeni. Il cancro alla cervice si contrae principalmente avendo rapporti sessuali precoci, rapporti con molti patners e anche attraverso l’abuso di tabacco.
I sintomi che si riscontrano sono un’irregolarità nelle mestruazioni o strane perdite come mucco giallastro, perdite dopo rapporti anali, dolori pelvici, perdita estrema di peso, perdita di apetito sessuale, cattivo odore e gonfiore ad una gamba.
È sempre consigliato effettuare test ginecologici di prevenzione e vaccinarsi. Ma una volta contratto il cancro, le cure da effettuarsi dipendono dallo stato di avanzamento del tumore. Principalmente si ricorre all’esportazione di parte dell’utero, alla radioterapia e alla chemioterapia.
Il governo della Tanzania spera che il vaccino aiuti a ridurre i casi di tumore alla cervice, poiché le cure sono molto costose. Generalmente sono gli stati più poveri, a contare numerosi casi. I cinque stati registrati come i più affetti sono Malawi, Mozambico, Comores, Zimbabwe e Zambia. Circa 260 mila donne muoiono ogni anno e molte di queste morti sono prevenibili.
Niamke N. Lynda
