L’Etiopia accentua la pressione sulla Gran Bretagna e chiede a Londra di restituirle i tesori culturali derubati dalle truppe britanniche nella metà del XIX secolo.
Di fronte al menefreghismo degli inglesi, la capitale etiope Addis-Abeba si offende:
“Abbiamo diversi documenti scritti che dimostrano che è stata condotta un’operazione pianificata e organizzata per saccheggiare Magdala, sostiene Ephrem Amar direttore del Museo nazionale d’Etiopia. Sappiamo anche che questi tesori sono al British Museum. È stato chiaramente stabilito da dove provengono questi oggetti e a chi appartengono. La questione principale non è mai stata di prenderli in prestito. L’Etiopia vuole riavere i suoi tesori rubati. Non prenderli in prestito”.
Ciò che chiediamo, è la restituzione del nostro patrimonio derubatoci durante il saccheggio di Magdala, 150 anni fa.
Tutto ebbe inizio con l’attacco contro l’imperatore Teodoro Etiopia nel 1863. Dopo la sconfitta delle truppe etiopi, quelle britanniche derubarono Magdala, allora capitale dello stato.
“Non stiamo chiedendo un prestito. Ciò che chiediamo, è la restituzione del nostro patrimonio derubatoci durante il saccheggio di Magdala, 150 anni fa. Abbiamo fatto richiesta nel 2007 e ancora nessuna risposta”, conclude la dottoressa Hirut Woldemariam, ministro della cultura etiope.
Tra gli oggetti saccheggiati nel 1868, ci sono 300 manoscritti preziosi e una corona d’oro che Londra ha proposto di dare in prestito ad Addis-Abeba; un prestito del quale la capitale etiope non ne vuole sapere.
Andress Kouakou