Figlia dell’ottavo re e sorella del nono re di Matamba e Ndongo, Ngola Mbandi Nzinga Bandi Kia ngola (che significa Regina la quale freccia colpisce sempre il bersaglio) detta anche Ana Nzinga fu la regina che governò nel XVII secolo su quel vasto territorio oggi conosciuto come Angola; una regina che è tuttora un esempio di sovranità femminile in Africa.
Presto introdotta negli affari reali, la giovane Ana fu inviata a Luanda dal fratello, che era appena subentrato come re al posto del defunto padre, come capro espiatorio. Andò a rappresentare il suo paese dai coloni portoghesi. Arrivata in territorio avversario, il governatore non le offrì nessuna sedia ma le propose di sedersi per terra, cosa che secondo la tradizione mbundu spettava alla servitù. Nzinga, rifiutando di volersi abbassare, chiese a una delle sue serve di mettersi a gattoni per sedersi sulla sua schiena e iniziò a negoziare. Firmò così un trattato di pace nel 1622 con il governatore portoghese. La futura regina si affermò come temibile negoziatrice e stratega.
Due anni dopo, suo fratello morì, lei venne incoronata e prese il potere. Ana non aspettava altro. Le sue tattiche guerriere e di spionaggio, le sue grandi dotti di diplomazia e astuzia, le sue alleanze strategiche e la sua forte conoscenza dei mercati e delle questioni religiose le permisero di salvare gli imperi di Ndongo e Matamba dalle ambizioni coloniali dei portoghesi e degli olandesi fino alla sua morte all’età di 82 nel 1663.
Ana Nzinga era una donna intelligente e colta. Oltre alla sua lingua materna, parlava portoghese, conosceva anche la storia e le popolazioni portoghesi e ciò le faceva concludere anche negoziazioni impossibili perché aveva una perfetta conoscenza della posta in gioco.
Temibile stratega, la durata del suo regno è servito a preservare l’integrità del suo territorio tramite negoziazioni con i portoghesi. Inviava spesso delle spie a Luanda per farli studiare gli allenamenti dei portoghesi in modo tale da preparare la sua squadra. Le questioni religiose e commerciali non avevano segreti per lei e infatti la sua moneta di scambio fu la promessa di conversione dei suoi popoli al cristianesimo: si fece battezzare a Luanda nel 1623.
Il suo esempio ha segnato la società angolana dove le donne sono molto presenti nell’esercito, nella polizia, nel governo e nei settori pubblici e privati angolani.
Nel 1975, durante l’indipendenza dell’Angola, venne eretta una statua in suo onore a Luanda come simbolo di resistenza e di libertà.
Andress Kouakou
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