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FARAFINA'S VOICE

"La cultura non fa le persone. Sono le persone a fare la cultura. Il razzismo non dovrebbe esistere, però non vinci un biscotto se lo combatti" - Chimamanda Ngozie Adichie

Medical Experience: l’associazione senza frontiere degli studenti di medicina dell’università di Parma

Un sogno, un’idea, un progetto e ora un’associazione. Questo è il filo conduttore che ha legato dal gennaio 2017 alcuni studenti della facoltà di Medicina a Parma. Studenti che con l’altruismo e la passione per il loro mestiere, hanno deciso di scendere in campo e sfruttare le loro conoscenze per aiutare il prossimo.


Medical experience è un progetto che nasce da Raoul Kougang, Donald Tedah, entrambi originari del Camerun, e Francesco Rasmi insieme al loro entourage di colleghi con l’aiuto dell’allora presidente dell’associazione dei medici, il dottor Jacques. “C’erano alcuni colleghi che erano interessati, inizialmente solo ad andare a vedere cosa fosse questo Camerun di cui si parlava e da dove noi veniamo – spiega il dottor Tedah a Farafina’s voice – Volevano rompere tutti gli stereotipi che avevano avuto modo di costruire o che avevano sentito. Per cui parte l’idea. Allo stesso tempo siamo studenti di medicina e dovevamo pensare a cosa fare in modo che questa esperienza non fosse solo una vacanza, ma un qualcosa di formativo, di utile per il nostro corso, per la nostra formazione e quindi si pensò al tirocinio. Turismo e tirocinio. Chiaramente chi dice esperienza di questo genere dice anche esperienza culturale”.

Le giornate in Camerun erano dedicate a fare Screening alla popolazione, sensibilizzazione di medicina umanitaria e prevenzione. Come spiega il dottor Donald Tedah, Medical experience non è solo un’esperienza di medicina applicata, in quanto molte delle attività girano attorno alla medicina, ma è anche “un’esperienza umana e culturale. Umana perché il fatto di poter essere utile alla comunità senza che ci sia un guadagno è una cosa bella ed è proprio la parte più importante di tutto il progetto. È un’esperienza umana e culturale soprattutto per i nostri compagni italiani che si sono interessati al progetto”.
Il 2 agosto 2017, partono in 14, destinazione: Dschang, il villaggio dei cofondatori, dove avevano preso accordi con tre ospedali per il tirocinio formativo. “Durante le giornate di sensibilizzazione cardiovascolare che avevamo fatto, abbiamo girato cinque villaggi e valutato quasi seicento persone. Facevamo una raccolta dati: peso, altezza, pressione arteriosa, glicemia, lavorando in collaborazione con medici sia italiani che camerunesi. Oltre alla raccolta dati, facevamo anche degli ECG (elettrocardiogrammi). Prima di partire, abbiamo fatto anche delle raccolte di farmaci donati da farmacie e medici di famiglia e arrivati là, li abbiamo dati gratuitamente a chi ne aveva bisogno”.
Questa prima esperienza oltre oceano degli studenti di Parma, futuri dottori, è stata tutta a loro spese. “Essendo un progetto nuovo, con solo l’entusiasmo che avevamo, non abbiamo avuto veri sponsor, ma collaboratori che ci hanno dato una mano dal punto di vista dell’organizzazione, però dal punto di vista delle finanze è stato tutto, ma dico tutto a livello personale. Insisto su questo perché molte persone si fanno delle idee abbastanza sbagliate, questo è un lavoro, un impegno, un sacrificio, a livello di tempo e soldi”.

Per fortuna quest’anno le cose si sono evolute e i ragazzi, oltre all’apprezzamento di sempre più persone, hanno avuto un appoggio finanziario di 8 mila euro da parte dell’Università di Parma. Soldi dedicati a comprare apparecchiature mediche, materiali necessari e biglietti aeri.
Importante è stata anche la collaborazione della Croce rossa di Piacenza che ha dato in prestito a questi medici un nuovo elettrocardiogramma. Tra i collaboratori del Medical Experience ci sono l’associazione dei camerunesi di Parma, il consolato del Camerun a Milano, l’azienda regionale ER-GO, l’associazione fondata dal dottor Sobzé in Camerun, il re del villaggio Basinla e il sindaco della città di Dschang.

“È un progetto nel quale crederci. Abbiamo bisogno non solo di fondi, e di risorse finanziarie, ma anche di risorse umane: persone che diano la disponibilità per aiutare. Invito qualsiasi persona con un po’ di tempo libero da dedicarci a partecipare, anche con qualche migliaio di euro se non sanno cosa farci” conclude scherzosamente Donald.
Farafina’s voice vi invita calorosamente a seguire il lavoro del Medical Experience sulla pagina Facebook omonima e di donare quanto potete e volete sull’IBAN IT22G0623012701000036878551 
Niamke N. Lynda, Andress Kouakou

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