Ogni Paese ha le proprie tradizioni, i propri modi di accogliere e dare il benvenuto agli ospiti. Che siano amici, famigliari o perfetti sconosciuti, la prima regola in ogni casa africana è quella di trattare l’ospite con molto riguardo. In Africa infatti, la cordialità è considerata una grande virtù.
Dagli Akan del Ghana per esempio, quando si ricevono degli ospiti ci sono delle fasi da seguire: la prima fase è quella dei saluti. I saluti non sono una semplice formalità da adempiere in maniera frettolosa anzi! Per prima cosa si dà il ben venuto dicendo “Akwaaba” e stringendo le mani (se sono degli sconosciuti) o abbracciando (parenti e amici) in modo caloroso. Ma attenzione, si saluta sempre con la mano destra e mai con la sinistra. Usare la mano sinistra per salutare o per passare qualcosa a qualcuno è segno di mancanza di rispetto.
Dopo il ben venuto, gli ospiti vengono invitati ad accomodarsi, li viene offerto da bere e da mangiare, servito dai figli della famiglia ospitante (se presenti) o dalla padrona di casa. E’ tradizione nutrire gli ospiti, perché non si sa da dove vengano e in quali condizioni vengano, e da parte loro non è buona educazione rifiutare. Al massimo possono rifiutare il cibo, ma non il bere. Rifiutare entrambi è considerato un’insulto e si rischia di non essere più i benvenuti.
Una volta consumato, il padrone chiede informazioni sull’ospite con vero interesse: ad esempio come stanno le loro famiglie o le persone che hanno lasciato per venire a trovarci, come va il lavoro, come li va la vita, da dove vengono se sono degli sconosciuti, ecc… e l’ospitato si prende tutto il tempo necessario per rispondere.
Segue poi l’Amannee. Il padrone di casa chiede quello che in italiano corrisponde al “Qual buon vento ti porta?”, quindi il motivo della visita. Molto spesso la risposta a questa domanda parte sempre da una formula proverbiale come per esempio: “mpanimfoɔ se ti koro nko agyina“ che significa: Gli anziani dicono che un solo capo (persona) non detiene il consiglio”. E una volta raccontato il motivo della visita, la conversazione prende il via.
La maggior parte degli africani impara fin dall’infanzia la virtù dell’ospitalità, infatti quando arriva un ospite, i bambini piccoli sono chiamati a salutarlo e rendergli piccoli servizi, come ad esempio servire le bevande e il cibo.