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FARAFINA'S VOICE

"La cultura non fa le persone. Sono le persone a fare la cultura. Il razzismo non dovrebbe esistere, però non vinci un biscotto se lo combatti" - Chimamanda Ngozie Adichie

Donne che hanno segnato la storia africana: La Mulâtresse Solitude, la guerriera incinta

Nel 1750, in Africa, nasce una bambina di nome Bayangumay. Trascorre un’infanzia tranquilla, felice e conforme alle tradizioni del suo popolo. Adolescente, si innamora di Dyadyu, un amico di suo padre che la prende in sposa. Lei è felice, peccato che l’arrivo degli europei andrà a macchiare questo bel quadretto con il rapimento della giovane sposa e la sua deportazione verso l’isola di Gorée, sulle coste del Senegal, uno dei principali centri della tratta negriera. Durante il viaggio in nave verso i Caraibi, viene violentata da un marinaio e rimane incinta. Approdata a Guadalupa verso il 1772, le viene dato Babette come nome da schiava. Dà alla luce una bambina, Rosalie. Il colore della pelle di questa bambina, frutto di uno stupro, è una barriera all’affetto materno. Babette prepara la sua fuga e scappa via una notte, abbandonando la piccola creatura.

Solitude

Rosalie diventa la serva di Xavière, la figlia del padrone di sua madre. La sua bellezza si fa notare e i suoi occhi chiari di colori diversi non lasciano nessuno indifferente. Più cresce, più diventa seducente. All’inizio, Rosalie è un’adolescente tranquilla, ma visto che buon sangue non mente, presto le si sviluppa lo spirito ribelle di sua madre.

Siamo nel 1794, sopraggiunge l’abolizione della schiavitù decretata dalla Convenzione di Victor Hugo. Nell’euforia del dopo rivoluzione, la Francia decreta l’abolizione della schiavitù nelle sue colonie malgrado l’opposizione degli agricoltori che ne controllavano l’economia. Liberati dalle loro catene, i neri si rifanno una vita lontano dalla tirannia dei loro padroni. Acquisita la sua libertà, Rosalie diventa Solitude, e raggiunge una comunità di schiavi fuggitivi con Moudongue Sanga come leader. Conosce le gioie dell’amore con Maimouni, uno schiavo appena arrivato dall’Africa. Però l’euforia dell’abolizione è di breve durata. Secondo voi, come avranno pensato i proprietari terrieri di risolvere il problema della produzione agricola paralizzata dal rifiuto dei neri di lavorare ai ritmi iniziali?

Un giovane generale venticinquenne, di nome Napoleone Bonaparte, con alle spalle una serie di vittorie militari, s’impossessa del potere francese. Accolto come salvatore della Repubblica nel 1799, Bonaparte riorganizza il paese e reinserisce la schiavitù sotto consiglio di sua moglie Marie Josèphe Rose Tasher de la Pagerie, figlia di proprietari terrieri.

Il 10 maggio 1802, Louis Delgrès, ufficiale dell’esercito della rivoluzione e figlio di un agricoltore martinicano e di una mulatta, lancia un appello a tutti gli schiavi con una dichiarazione che viene incollata su tutti gli alberi e muri del paese.

à l’univers entier, le dernier cri de l’innocence et de désespoir

– Louis Delgrès
Francobollo di Delgrès

“A l’universo intero, l’ultimo grido di innocenza e di disperazione” suona come un grido di battaglia nei villaggi dei neri. Gli schiavi escono dai campi armati di coltelli e mazze. Tra le donne che lottano con gli uomini, si trova Solitude incinta del compagno Maimouni. Malgrado il suo stato, partecipa a tutte le battaglie. Perde poco a poco i compagni in guerra, ma Solitude resiste. Si nasconde, insieme agli ultimi rimasti, in una piccola dimora che viene fatta esplodere il 28 maggio 1802 alle 15 e mezza. Solitude viene catturata, lasciata in vita fino al parto il 29 novembre 1809 e impiccata il giorno seguente.

Nel 1972, André Schwarz-Bart ha scritto un romanzo sulla sua vita. Nel 1999, è stata eretta la sua prima statua nello stato della Guadalupa, opera di Jacky Poulier. Pascal Vallot si è ispirato alla sua vita per scrivere una commedia musicale nel 2008. Dal 2014, la città francese di Ivry-Sur-Seine ha una via intitolata “allée de la mulatresse Solitude” in suo onore.

Di Andress Kouakou

Dottoressa in Mediazione linguistica e in Giornalismo e cultura editoriale, Andress Kouakou è nata in Costa d'Avorio dove ha trascorso una parte della sua adolescenza. Si è poi trasferita in Italia, all'età di 14 anni tramite ricongiungimento famigliare, dove ha proseguito la sua formazione scolastica. Prima di abbracciare il sogno delle parole, aveva scelto l'ambito meccanico nel quale ha conseguito il diploma. Un perito meccanico che sceglie le lingue, possiamo dire che la sua è una vera e propria riconversione ;) Ha così concluso il suo percorso universitario con un tirocinio a Parigi in una web radio dove ha acquisito competenze orali e tecniche.

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