All’età di 14 anni, Sambe inizia a cavalcare le onde del mare di Dakar, capitale del Senegal, con zii e cugini diventando la prima e unica donna surfer della sua città. Oggi, all’età di 23 anni, vive tra San José e Santa Cruz (California), dove si allena ogni giorno con la speranza e l’obiettivo di rappresentare il suo paese a Tokyo 2020.
Nel 2016 viene scoperta online dalla coach Harper che dal 2014 aveva fondato la Black Girls Surf, una comunità di surfiste donne e nere per colmare la lacuna in questo settore sportivo. In quel periodo Sambe era un’insegnante di surf per i turisti e ambiva a diventare una professionista; dopo due anni di messaggi su Facebook e whatsapp con Harper, Sambe finalmente parte per l’America a studiare e allenarsi per realizzare il suo sogno. La sua routine prevede: sveglia alle 6, colazione, corsa di 8km, esercizi per rafforzare braccia, gambe e tronco e 4 ore di surf sulle creste delle onde di Santa Cruz o Pacifica al mattino e al pomeriggio.
L’incontro con Harper è stato come una manna dal cielo, perchè in Senegal nessuna donna surfa e molte persone della comunità di Sambe sono sempre state molto scettiche sul suo possibile futuro nel surf. Tutti tranne due persone: lo zio che l’ha iniziata a questo sport e la nonna materna, con cui ha vissuto, che l’ha sempre incoraggiata. Non aiutano nemmeno le regole culturali perchè il Senegal è uno stato musulmano e per le ragazze, una volta finite le scuole c’è il matrimonio, la casa da mantenere e i figli da accudire.
Sono fiera della mia identità musulmana, ma non mi identifico con lo stile di vita che impone. Infatti da piccola, scappavo sempre dalla finestra per andare a surfare. Molte donne in senegal non surfano perchè oltre alle restrizioni religiose, non vogliono anche che il sole brucci la loro pelle. Uno dei miei obiettiivi è quello di cambiare questa mentalità.
La sua avventura da surfista senegalese in California le ha conferito fama a tal punto che molte persone dal Senegal e oltre seguono il suo profilo Facebook. Cosa le aspetta in futuro Sambe non lo sa, ma di sicuro non smetterà di surfare.
Quando sono in acqua, mi sento a casa ed è come se non avessi mai vissuto fuori dall’acqua.