Razzismo: negato, frainteso, abusato e rifiutato è il filo che la new entry nell’editoria afro-italiana, Djarah Kan tesse nel suo libro Ladri di denti. Quello che presenta è una serie di racconti di vita alternati a saggi socio-politici che disvelano storie di furti di nomi e di vite di stranieri (un’altra parola la cui essenza sfuge a molti) cosi come il difficile rapporto tra italiani e stranieri, e tra italiani e afroitaliani. Questi racconti sono brevi ma intensi e fanno riflettere su molti aspetti dell’immigrazione in Italia. Afrontare questo tema non è semplice infatti Kan cerca di spiegare l’esperienza dell’espropriazione di un identità e dell’esistenza in tutte le sue declinazioni.
Il libro parte già dalla sua copertina con immagini cosi come forti sono anche le parole che compongono il titolo: Ladri di denti. Chi sono questi?
In un’intervista per amproject la scrittrice risponde:
I ladri di denti sono tutte quelle persone che ho incrociato nella mia vita e che nel loro approccio personale con le persone nere, si sono messe al loro posto, cercando di dominarle, di possederle, di controllarne l’esistenza.
I personaggi che racconto sono spesso bugiardi, come sono stata bugiarda io in certi momenti della mia vita. A volte la bugia serve a creare una distanza di sicurezza tra la fame che hanno gli altri di te, e la tua voglia di non cedere nulla a nessuno.
Ladri di denti non è una semplice raccolta di racconti, è una raccolta che racchiude in sé del vissuto e le esperienze della scrittrice, molti aspetti filosofici e politici che rompono le convinzione del lettore appliandone l’orrizonte.