La cuffia è un elemento essenziale del kit di un nuotatore, che sia professionista o ammatoriale. Ma c’è cuffia e cuffia! Le cuffie infatti si distinguono in quelle da competizione e quelle normali: le prime devono essere approvate dalla FINA (federazione internazione di nuoto), cosi come i costumoni, per poterle usare in competizioni internazionali mentre le altre possono essere usate in allenamento o durante competizioni locali o semplicemente durante nuoto di svago.
La cuffia da nuoto, ha una storia lunga più di un secolo: nasce come accessorio femminile da abbinare al costume, ma viene poi rivalutata negli anni in termini di comodità per uso sportivo. Da fiorate, colarate, con frange e volant, erano proprio di moda fino agli anni 60 quando crollò la loro popolarità, semplificandosi per poi diventare di sillicone. Da esclusiva femminile la cuffia diventa anche un accessorio maschile usata per ridurre l’attrito nelle competizioni.
Questo elemento essenziale è stato frutto di polemiche e batteglie sociali con la FINA, in quanto accessorio non inclusivo nei confronti della piccola percentuale di nuotatori africani e afrodiscendente. Il problema che questi devono afrontare (sopratutto le ragazze) è quello di dovere contenere in una piccola cuffia di sillicone capelli voluminosi e al 60% circa impermeabili.
La battaglia per cuffie adeguate ai capelli afro è stata intrapresa dalla nuotarice britannica Alice Dearing. Alice Dearing è una nuotatrice 25enne, specializzata in nuoto acque libere (mare/lago) che ha diversi titoli nel suo palmares e un primato: è la prima atleta nera ad aver rappresentato la Gran Bretagna nel nuoto alle Olimpiadi di Tokyo 2021.
Il caso della cuffia è scoppiata quando in Giappone, alla Dearing viene espressamente vietato di usare la cuffia da lei scelta, la afro cap inventata dal brand Soul cap, che produce accessori e abbigliamento per il nuoto con un approccio inclusivo. Secondo la FINA la cuffia era inammissibile poiché non segue “la naturale forma della testa”. Il divieto ha causato un’ondata di sdegno, perché palesava la contradizione della federazione che professa di rendere lo sport più inclusivo, ma invece si è da sempre barricata dietro una posizione che tutelava solo gli atleti con certe caratteristiche fisiche “occidentali”. La discussione è stata poi portata avanti nel settore da diversi atleti e associazioni come la Black Swimming Association, e soprattutto dalla Dearing che ad un anno di distanza vede ribaltarsi la decisione. Ora la cuffia adatta a contenere i fro, trecce o dreads delle nuotatrici nere sarà ammessa nelle competizioni ufficiali.
Sono sollevata ed emozionata, in quanto donna nera e nuotatrice professionista che ama i suoi capelli intrecciati e nella loro forma naturale, quella afro, so quanto questo cambiamento sia epocale. Avere la possibilità di indossare una cuffia che si adegua alla propria capigliatura dà alle atlete maggiore sicurezza, riduce i momenti potenzialmente stressanti nello spogliatoio e in acqua
– Alice Dearing inThe Guardian