Aboubakar Soumahoro, neoeletto deputato nella 19° legislatura con l’Alleanza Sinistra Italiana e Verdi è un sindacalista italo-ivoriano impegnato da sempre nella difesa degli ‘invisibili’, i migranti e i braccianti sfruttati nei campi e costretti in ghetti senza servizi e senza diritti.
A 19 anni Aboubakar arriva in Italia nel 1999, studia e si laurea in sociologia all’Università di Napoli nel 2010 con una tesi su “Analisi sociale del mercato del lavoro. La condizione dei lavoratori migranti nel mercato del lavoro italiano: persistenze e cambiamenti”
Socialmente impegnato, Soumahoro è tra i fondatori della “Coalizione Internazionale Sans-Papiers, Migranti e Rifugiati” (CISPM). Nel 2012, organizzò insieme ai compagni del CISPM una marcia dei sans-papiers (senza documenti) che attraversarono 6 paesi europei senza documenti, per chiedere la libertà di circolazione delle persone come già accade per le merci.
All’impegno sociale si aggiunge anche quello della pena, infatti Soumahoro è anche opinionista con la rubrica “Prima gli esseri umani” su L’Espresso e ha un blog personale su HuffPost, nel quale si occupa prevalentemente dei temi connessi con le condizioni dei lavoratori stranieri in Italia. Ha pure scritto un libro edito da La Feltrinelli che titola “Umanità in rivolta: La nostra lotta per il lavoro e il diritto alla felicità”.
Aboubakar però non è il primo a sedere al parlamento tra i deputati chiamati a portare cambiamenti a questo paese che ne ha visti tanti, si trova infatti al terzo posto. Nella lista dei neri italiani che sono passati nel parlamento italiano troviamo al primo posto la politica del PD Cécile kyenge, ex ministra per l’integrazione con delega alle politiche giovanili sotto il governo Letta, deputata alla Republica italiana nella 17° legislatura ed europarlamentare.
Toni Iwobi, politico della Lega Nord, primo eletto di origine africana al senato della Republica italiana nella 18° legislatura.
La strada verso una maggior rappresentanza politica dei neri italiani al parlamento è ancora molto lunga da percorrere ma come scrisse Aboubakar in una puntata della sua rubrica citata più in alto su L’Espresso,
“È necessario un cambiamento che sia innanzitutto di mentalità. Solo così sarà possibile spezzare il meccanismo economico e di potere che genera ingiustizie e mette a repentaglio la democrazia”