La festa di Halloween, diffusissima in America e ora in quasi tutto il mondo, è una tradizione irlandese che affonda le sue radici in un passato lontano ma che ha subito molte trasformazioni nel corso della storia.
Halloween è stata identificata nella festa celtica di Semhain, che coincide col il capodanno celtico. Semhain era la festa che segnava la fine dell’estate e l’inizio dell’inverno e quindi l’ultimo raccolto prima della stagione fredda. Era la festa più importante per i celti e rappresentava un momento di passaggio, fuori dal tempo. I celti infatti credevano che il regno dei morti entrasse in comunicazione con il mondo dei vivi e che i morti potevano tornare in contatto con i vivi. Per questo motivo la festa di Semhain era anche un momento per onorare i morti. Da questo, deriva il carattere mortuario della festa che ritroveremo nel moderno Halloween: nella notte del 31 ottobre e 1 novembre di ogni anno, in molto stati (primi tra tutti l’America dove è diventata una festività commerciale e l’Inghilterra) si festeggia girando di casa in casa mascherati in creature mostruose per il famoso “dolcetto o scherzetto.
E in Africa?
Come tutte le americanate, anche l’halloween è approdato sulle sponde del continente nero, grazie (se così si può dire) all’immigrazione di ritorno. In una società dove gli spiriti, le streghe e tutto quello che ha a che fare con il mondo dei morti, non è visto di buon occhio, perché si celebra questa festività? Sarà per lo spirito consumistico? O quello di omologazione agli standard e alle etichette d’oltre mare? Fatto sta che se questa festività avesse origini africane, si parlerebbe di occulto e satanismo (juju per i nigeriani abosom per i Ghanesi) e nessuno mai lo festeggerebbe.
Prendiamo ad esempio il Ghana, uno stato diviso a metà tra cristiani e musulmani con una piccolissima parte di spiritisti. Nel nord del Ghana la caccia alle streghe è molto praticato, infatti le donne marchiate come streghe (molte delle quali bambine) vengono cacciate dalle loro case e mandate in un campo appositamente allestito dove sono maltratate, violentate, se non addirittura uccise. Questo purtroppo non avviene solo in Ghana, ma in molte società africane dove si crede fermamente nell’esistenza del diavolo.
La maggior parte delle persone che compiono questi atti, dice di essere cristiana e, in quanto tali, disprezzano il comportamento macabro… a meno che l’uomo bianco non dica che vada bene.
Immaginate se Harry Potter fosse stato nero, la storia sarebbe tutta diversa, ma l’essere bianco lo rende accettabile. In un paese in cui i Sakawa Boys, che si dice dormano nelle bare per arricchirsi rapidamente, sono visti come persone malvagie, ora ci si traveste da vampiri, streghe, fantasmi e mostri.
In Africa ci sono moltissime festività che possono assomigliare ad Halloween, qualche esempio? Il festival dell’Odo in Nigeria, il Festima in Burkina Faso, il Chewa in Malawi, la Makishi in Zambia e molte altre.
Personalmente per quanto riguarda l’haloween, non ho mai concepito quanto questa festività sia stata così depravata del suo aspetto culturale e quello che ancor meno concepisco è il continuo accantonare dagli africani, le loro tradizioni per addottare quelle dei paesi occidentali.