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FARAFINA'S VOICE

"La cultura non fa le persone. Sono le persone a fare la cultura. Il razzismo non dovrebbe esistere, però non vinci un biscotto se lo combatti" - Chimamanda Ngozie Adichie

Kente o Kita: l'intessuto pregiato degli Akan

L’estate scorsa, tante erano le ragazze nere che avevano sfoggiato, nelle vie delle città italiane, vestiti accesi e colorati cuciti con i tessuti africani. Alcune avevano scelto l’ormai noto Dashiki, ma altre avevano destato tanta curiosità indossando qualcosa di diverso dal solito. Alla domanda di sapere cosa c’era di speciale in quei tessuti per suscitare così tanta ammirazione, ho saputo che “i disegni sono diversi, sono figure geometriche che si abbracciano” e che “è come se la persona che lo indossa facesse ballare le figure colorate ogni volta che cammina”. La curiosità si accentua ancora di più quando, in una scena dell’ultimo grande successo della Marvel: Black Panther, il Re T’challa entra nel salone reale del Wakanda indossando un patchwork dell’oggetto di curiosità.

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Black Panther – Marvel – Re T’Challa

Il tessuto, al quale sono state attribuite tutte queste descrizioni poetiche si chiama Kente e oggi, mi impegno a parlarvene.

Al giorno d’oggi, Il Kente è un intessuto di cotone fabbricato e indossato dal popolo Akan del Ghana e della Costa d’Avorio, ma le sue origini risalgono alla città di Popo. Era un tessuto del popolo Ewe, proveniente dall’attuale Togo, che lo fabbricava con un materiale molto più robusto del cotone chiamato raffia. In lingua ewe, i verbi ke e te significano “aprire” e “chiudere” e rappresentano il suo processo di tessitura.

Nella tradizione del popolo Ashanti del Ghana, questo lussuoso tessuto è indossato dai Re, dalle Regine e dai membri del palazzo reale durante importanti cerimonie. Tuttavia quando il Re muore, solo il suo cadavere indossa il Kente. Tutti gli altri possono solo vestire di nero. In Costa d’Avorio, dove il popolo Akan lo chiama Kita, è indossato durante i matrimoni e lo sposo lo offre come dote alla famiglia della sposa. Ormai oggi, il suo uso non è più limitato solo alle famiglie reali: indossa il Kente anche chi se lo può permettere.

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Nana Osei Tutu II, Kumasi, Ghana

È importante però che vi spieghi la differenza tra il Kente riprodotto e il Kente intessuto detto “vero Kente“. Il riprodotto è un normale tessuto di cotone con le stampe del Kente, mentre il vero è un insieme di colorati fili di cotone intessuti tra di loro. Ovviamente anche il prezzo è differente. Potete comprare 6 metri del riprodotto ad un prezzo che parte dai 15 ai 35 euro mentre 1 metro e mezzo del “vero” costa 150 euro.

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Il Kente riprodotto

Quindi quasi tutti i Kente che vedrete cuciti e indossati sono riprodotti perché quelli veri, così come l’oro, sono conservati dalle famiglie Akan in modo da lasciarli in eredità ai figli. Un consiglio: se volete vedere e toccare il vero Kente, fatevi invitare a un matrimonio Akan! E poi si mangia bene quindi sarete doppiamente soddisfatti.

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Sposa ghanese

Andress Kouakou

Di Andress Kouakou

Dottoressa in Mediazione linguistica e in Giornalismo e cultura editoriale, Andress Kouakou è nata in Costa d'Avorio dove ha trascorso una parte della sua adolescenza. Si è poi trasferita in Italia, all'età di 14 anni tramite ricongiungimento famigliare, dove ha proseguito la sua formazione scolastica. Prima di abbracciare il sogno delle parole, aveva scelto l'ambito meccanico nel quale ha conseguito il diploma. Un perito meccanico che sceglie le lingue, possiamo dire che la sua è una vera e propria riconversione ;) Ha così concluso il suo percorso universitario con un tirocinio a Parigi in una web radio dove ha acquisito competenze orali e tecniche.

1 commento su “Kente o Kita: l'intessuto pregiato degli Akan”

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