Penultima imperatrice consorte del re d’Etiopia, Taitù Batùl è celebre per la sua intelligenza, la sua rigidezza e la resistenza che ha avuto nei riguardi delle intenzioni imperialistiche straniere. Proveniente da una famiglia aristocratica, sapeva leggere e scrivere l’amarico, qualcosa di molto raro per una donna a quell’epoca. Nel 1889, il suo quinto e ultimo marito, negus Menelik II, re dello Scioa, accede al potere con lo statuto di “Re dei Re”.
Taitù divenne imperatrice e di conseguenza, la donna più importante del paese. Si applicava molto nella vita politica etiope e metteva suo marito in guardia riguardo alle intenzioni colonialiste degli italiani. Insieme, abolirono quindi il trattato di Uccialli che in lingua amarica, garantiva solo la pace tra i due paesi, ma in lingua italiana, l’Etiopia veniva messa sotto protettorato italiano. Questo fece arrabbiare l’imperatrice che scrisse all’ambasciatore d’Italia nel 1890: “Non vi lasceremo mai mettere l’Etiopia sotto protettorato”.
100 mila soldati furono mandati a respingere gli invasori italiani durante la celebre battaglia d’Adoua nel 1896. Battaglia nella quale, l’imperatrice si rivelò una temeraria capo guerriero. Progettò lei il piano che permise all’esercito etiope di vincere a Macallè. Si occupò anche dell’approvvigionamento delle truppe e a tirarli su il morale, esempio che seguirono le donne del paese.
Coperta dalla stampa internazionale, la vittoria etiope segnò una svolta epocale ed inviò un messaggio chiaro al mondo: Uno stato africano poteva sconfiggere un esercito occidentale. Il paese si guadagnava così l’ammirazione degli antimperialisti da tutte le parti del mondo e soprattutto degli attivisti della diaspora africana.
Il regno di Batùl e di Menelik II si contraddistinse per un periodo di modernizzazione del paese. Sotto l’impulso dell’imperatrice, Addis Abeba (che significa Nuovo fiore in amarico) diventò il nuovo centro economico e politico del paese. Venne costruita una ferrovia per facilitare il commercio, sviluppando anche i trasporti e i mezzi di comunicazione.
Questa progressiva unificazione del paese fu segnata da grandi carestie e vaste epidemie di malattie nel nord del paese. Alcuni accusarono la coppia imperiale di maltrattamenti e abbandono di parte della popolazione.
Ma una cosa è sicura, Taitu batùl è ancora celebrata come “Luce di Etiopia” per via del ruolo che ebbe nella sconfitta dei colonialisti italiani.
Curiosità: durante la battaglia, si diffuse la voce secondo la quale la regina Taitù si aggirava nel campo di battaglia per castrare i soldati italiani.
Andress Kouakou
