Ero al telefono con un’amica che mi ha ricordato una cosa accaduta qualche mese ; un fatto che mi aveva fatto morire dalle risate.
A fine giugno, ha dato alla luce il suo primo bambino, un bel maschietto. Una settimana dopo, la chiamai per sentire come stavano lei e il bambino, ma mi rispose al telefono urlando: “Aiuto, Andy, aiutami, mi sta uccidendo”. Mi sono spaventata a morte. Stavo già pensando a cosa fare quando ho sentito: “se non la smetti di urlare, aggiungerò altro peperoncino domani”. Era sua madre che la stava minacciando in lontananza. Allora mi spiegò che si stava sottoponendo alla pratica de “l’acqua calda” e riagganciò la chiamata. Mi richiamò tre ore dopo e mi disse di aver dormito profondamente.
Cos’è la pratica dell’acqua calda?
“L’acqua calda” è un rito africano di cure tradizionali fatto alle neo mamme che hanno un parto naturale. Ogni punto cardinale dell’Africa ha il proprio rito e le proprie piante che usa. Il rito si svolge in diverse fasi. Nell’ Africa dell’Ovest, principalmente dagli Akan, per prima cosa viene scaldata dell’acqua che viene versata in un recipiente basso, insieme ad alcune piante, sul quale la donna si siede. Il vapore che sale le pulisce l’interno dell’utero dal resto delle impurità e dal sangue coagulato. Questa fase è chiamata bagno vaginale e fa sì che le ferite interne si cicatrizzino in fretta. Sandrine racconta:” All’inizio, il vapore è piacevole ma dopo 2 minuti, inizi a non capire più niente. Ti bruciano le cosce, l’ano E quindi sei costretta ad alzarti ogni tanto. Ma dopo, ti senti leggerissima perché scendono i grumi di sangue”.
Per lei, la fase più difficile è stata la seconda: il massaggio. “Il vapore contro la vagina, non è niente in confronto al massaggio con l’acqua bollente. La nonna o la mamma ti massaggia tutto il corpo (tranne il seno) con un asciugamano bollente. Finito ciò, è il momento di depurarsi. Con una peretta clistere, ti spruzzano litri di peperoncino nell’intestino. Inutile spiegare cosa accade dopo”.
Dopo esser andata di corpo, la neo mamma viene lavata e unta con burro di Karitè e spezie; questo perché quando una donna nera rimane incinta, viene coperta da una seconda pelle chiamata maschera di gravidanza che la rende scura e sporca. La miscela di burro di karitè e spezie serve a ridarle la carnagione iniziale, dopo nemmeno tre mesi. Ogni famiglia ha le sue spezie segrete.
La terza fase è la cintura. Le viene legato stretamente sulla pancia un pezzo di kente per rimodellare il suo fisico di prima della gravidanza. “I primi giorni, non riuscivo a respirare e volevo toglierlo, ma mia madre mi ha minacciato. Dopo due settimane, vedevo già i risultati. Ridiventerò quella di prima”.
Andress Kouakou