L’imprenditore che andiamo a incontrare oggi è un uomo dello spettacolo che, da qualche mese ormai, fa molto parlare di sé su Facebook. A TU PER TU riceve Mister Say de Say, per scoprire il perché.
Su Facebook, lei è conosciuto come Say de Say o Kily-kily. Ma qual è il suo nome all’anagrafe?
Il mio vero nome è Say Hugues Bernabé
Mi dica, cosa l’ha portato in Italia?
Quando ho finito di studiare in Costa d’Avorio, non ho trovato lavoro. Ero giovane e mi sono imbattuto in un’opportunità di visto turistico tedesco e sono rimasto in Europa.
Da quanto tempo vive in Italia?
Da una ventina di anni. Avevo un visto per la Germania, ma poi un mio amico che viveva in Italia, mi ha detto di raggiungerlo. Era l’unica persona disposta a ospitarmi, ecco come mi sono ritrovato in Italia definitivamente.
Se avesse avuto la possibilità di scegliere un altro paese, avrebbe scelto diversamente?
Sinceramente no.
Da dove e quando nasce il suo amore per gli eventi?
Parte nel 2006 circa, quando le persone iniziano a sollecitarmi come padrino di eventi africani. Comincio così a finanziare eventi e mi ritrovo ad amare la cosa. Io e tre miei amici, abbiamo organizzato serate e feste di successo. Prendo gusto e acquisisco esperienza. L’amore nasce un giorno di pasqua. L’anno, non me lo ricordo, però sempre con quei amici ho deciso di organizzare una festa. Ancora non esisteva Facebook quindi la pubblicità si faceva via messaggi e chiamate. Il giorno della festa, la sala era piena da scoppiare ed è stato un successone. Noi non ce lo aspettavamo proprio. Da quel giorno, tutte le feste del Kily-kily sono state belle.
Da dove le viene il nome “Kily-Kily”?
Praticamente volevo dare il nome “Kilimandjaro” alla mia attività, poi mi sono reso che di Kilimandjaro, ce n’erano abbastanza. Decisi quindi di tagliarlo e così ottenni qualcosa di particolare e cioè “Kily-kily”.
Quindi cos’è il Kily-kily?
All’inizio, era una discoteca. Poi, per problemi vari, abbiamo dovuto chiudere. Ma visto che era già un marchio, ho continuato a usarlo per organizzare eventi in altri locali.
Quante persone collaborano con lei?
Ci sono quattro miei amici che sono sempre con me a darmi una mano.
Con tutto quello che succede in Italia oggi, tante sono le persone che si trasferiscono in altri paesi europei. Lei cosa ne pensa?
Io, da qui, non mi muovo. L’Italia è la mia seconda patria.
Ora ci parli di questo grandissimo evento , la cui pubblicità sta spopolando sul Facebook afroitaliano.: Afro Oscars 2018!
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Lo scopo dell’Afro Oscars è di promuovere la cultura africana qui in Italia. Vogliamo mostrare e premiare tutti gli autori che operano nei vari settori nominati. Vogliamo dare un valore a quello che fanno, una specie di incoraggiamento così che non mollino mai e che si perfezionino. È un evento al quale sono invitati tutti, ovviamente.
Da dove nasce l’idea di Afro Oscars e quante edizioni sono state già fatte?
L’idea è mia. Ho pensato di attaccare la parola “Oscar”, che è molto conosciuta per via delle premiazioni americane, all’Africa per far capire l’importanza della cosa. Questa è la terza edizione. La prima si è svolta nel 2012, poi dopo la seconda, mi sono fermato per motivi personali. Quest’anno, ho pensato di tornare e così ho iniziato la pubblicità.
In questa edizione, cosa c’è di diverso dalle altre?
L’entusiasmo. Durante le prime edizioni, dovevo correre dietro alle persone. Questo anno, con l’aiuto di Facebook, le cose si sono fatte da sole. Il lavoro è stato meno pesante grazie ai social.
Un’ultima cosa che avrebbe da dire?
Scappare non è la soluzione! Bisogna lavorare e avere molto coraggio. Bisogna comportarsi bene perché la terra di accoglienza va rispettata. Integrarsi bene e usare tutti i vantaggi, seguendo la legge, per farsi un posto nella società è importante. Per ultimo: venite numerosi il 22 settembre in via Guido Rosa 16 di Malnate (Varese) alle ore 21. Sulla pagina dell’evento, troverete tutte le informazioni. Questo evento è da non perdere!
Andress Kouakou