I Bois de Vincennes, un enorme parco pubblico nella periferia est di Parigi ospita scuole di equitazione, zoo e non solo! Ospita anche dei trafficanti internazionali di donne e bambini reclutati in Nigeria, Benin e trafficati in tutta Europa.
Che la prostituzione sia il mestiere più antico del mondo, lo si sa ma quando questo è forzato, non si tratta più di un mestiere. Molte delle donne vengono reclutate se così si può dire, da una mezzana, una Madame in Nigeria, che le spaccia L’inferno per “IL paradiso”. Molte di queste sventurate sono ragazze che per la maggior parte delle volte hanno subito abusi di ogni genere e che una volta abbandonate dalle famiglie diventano facili prede per i trafficanti. Partono dalla Nigeria, dal Benin e altri stati limitrofi munite di passaporti falsi e pochi spiccioli in tasca, e arrivano a Parigi dove altre Madame le mettono a lavorare in furgoni parcheggiati sulle strade del parco.
Molte delle nigeriane che lavorano nel parco sono schiave a tutti gli effetti e come tali vengono marchiate. Alcune sono libere, ma il mestiere le ha divorate a tal punto da scegliere di diventare mezzane a loro volta.
A Vincennes cosi come in altre parti del mondo vengono sprecati talenti e capacità. Tante di quelle schiave del sesso sanno cantare e ballare, ma la prostituzione, il giuramento di non rivelare niente, le minacce e la paura oscurano le loro potenzialità. La loro storia, così come quella di altrettante donne di questo giro è una storia di sofferenza, una storia da cui quello che ci si aspetta è la morte o la pazzia.
Il traffico delle donne nigeriane, secondo gli archivi delle Nazioni unite, risale al 1980 quando queste venivano portate qui in Italia e obbligate a prostituirsi. Ma in questa attività anche gli uomini vengono abusati.
Un report del 2015 della EASO (European asylum support office) sottolinea come molto spesso siano anche le famiglie stesse a rendere i figli, i fratelli o i nipoti vittime dei trafficanti senza sapere esattamente a cosa vanno incontro, perché avere un figlio all’estero è uno status symbol. Ma a quale prezzo?
Niamke N. Lynda