• Dom. Dic 1st, 2024

FARAFINA'S VOICE

"La cultura non fa le persone. Sono le persone a fare la cultura. Il razzismo non dovrebbe esistere, però non vinci un biscotto se lo combatti" - Chimamanda Ngozie Adichie

“L’Africa non è soltanto un problema di immigrazione, l’Africa è anche cultura, talento, musica e innovazione che possono essere un valore aggiunto”. Queste sono le parole che Giuseppe Prete, ambasciatore per la pace dal 2017 ha detto ai microfoni di Farafina’s.

Diversamente dal carattere xenofobo populista che definisce alcuni membri della politica italiana, che sfruttano il problema dell’immigrazione per creare e fomentare l’odio razziale, ci sono anche movimenti che valorizzano l’immigrazione in maniera positiva e lottano per favorire l’integrazione culturale. Uno di questi, a punto, è il Movimento Gente Onesta.

Il Movimento Gente Onesta, di cui Giuseppe Prete è fondatore e precursore, è un movimento che nasce nel 2013 come provocazione per sottolineare quanto ci sia bisogno di un ritorno “dell’onestà intellettuale”, della trasparenza e di una politica che si concentri sui più deboli e faccia un’economia sociale qui così come in Africa e che sappia valorizzare i talenti italiani e non. Con questo progetto politico socio-culturale, ha viaggiato in tanti paesi portando il simbolo del movimento, che ora è presente su tutto il territorio nazionale. Il Movimento si sta anche radicando in altre parti del mondo, quali il Sud America e dal 2018 anche il continente africano.
” Avevo già iniziato un lavoro di negoziatore e di facilitatore cercando di intervenire là dove c’erano dei problemi; allora il presidente della World Peace Ambassadors, organizzazione riconosciuta dall’ONU e in tutti gli stati, mi ha proposto la candidatura di ambasciatore di pace nel 2017″.

Eletto a gran voce in ben tre continenti (Europa, Africa e Sud America) Giuseppe Prete, interpretando la sua elezione come un segno di Dio, si è messo a lavorare per la causa africana nei due continenti: Europa (quindi in Italia) e Africa. Il Signor Prete infatti, da buon economista cultore dell’economia sociale, sull’onda dell’aiutiamoli a casa loro, ha creato dei legami con vari stati Africani partendo dall’Uganda, dove è andato come organizzazione umanitaria per aiutare la società locale ad avere una cultura imprenditoriale. “Il problema che noi abbiamo oggi è che c’è questo flusso di immigrazione e quindi dicono a parole l’Africa venga restituita agli africani, ma nessuno fa niente. Io ho voluto dare un segnale forte e ho creato una società in Uganda che si chiama Good Will East Africa limited.” Questa società in collaborazione con il governo, media le offerte dell’Uganda (ad esempio il petrolio) facendosi promotore della vendita del prodotto per poi percepire in modo trasparente dei fondi da destinare alla costruzione di case, scuole, ospedali e strade. “Non solo l’idea di esportare ma anche importare a condizione che le imprese investitrici riconoscano però una percentuale per le costruzioni che dobbiamo fare”. Per esempio, visto l’elevato tasso di mortalità infantile e di morti per parto in zone rurali, è stata portata un’azienda farmaceutica in Uganda che ha dotato alcuni medici di ecografi tascabili a pile.

Anche sul fronte Italia si sta facendo un lavoro di collaborazione interculturale volto all’integrazione. Dopo essere stato premiato l’anno scorso dall’organizzazione Diaspora Award Italia, Giuseppe Prete è diventato un membro attivo (vicepresidente) dell’organizzazione che si batte per far passare un messaggio semplice: l’Africa è cultura, l’Africa è integrazione. “Dobbiamo farlo capire a tutti questi italiani che si stanno veramente lasciando trasportare da questa ondata di razzismo. Quindi bisogna promuovere il valore aggiunto, bisogna promuovere la cultura”. Cose di cui la stampa e la televisione non parlano.

Per fare questo sono in cantiere una serie di eventi culturali mensili, di cui il primo si svolgerà il 9 marzo a Milano:stilisti africani e artisti italiani si incontreranno per mostrare come l’integrazione interculturale sia possibile e realizzabile. Ogni mese un evento e il tutto culminerà a dicembre con un evento in grande stile a teatro. “Questo momento sta diventando pericoloso per l’Italia e per l’Europa, allora c’è bisogno di intervenire e l’unica cosa che si può fare è lavorare sui talenti. Ecco perché la Diaspora Africana, ecco perché sto cercando di organizzare questi eventi. Deve passare questo messaggio, anche a costo di farlo gratis“.

Niamke N. Lynda

Di Lynda Niamke

Dottoressa in Lingue e culture per l’editoria e in Giornalismo e cultura editoriale. Nata in Costa d'Avorio trasferitasi in Italia all'età di 8 anni, vi ha seguito tutta la sua formazione scolastica. L' amore per l'Africa, la port a fare un'esperienza in Ghana, dove perfeziona quelle che sono le sue conoscenze e competenze orali e tecniche nell'ambito del giornalismo.

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