Gia da piccolissimo inizia a scrivere canzoni anche se non è figlio d’arte. Cyril Dorand Domche Nzeugang alias Ales Bendjo nasce in Camerun e arriva in Italia 5 anni fa con una laurea in medicina e un passato da rifugiato politico. Qui inizia a realizzare la vita che da piccolo non solo sognava, ma che descriveva anche nei suoi testi.
“Il mio amore per l’arte inizia con il rap, che ho cominciato a studiare all’età di sette anni. Già a undici anni calcavo i piccoli palchi delle scuole in Camerun nella zona di Litorale. Da lì mi hanno attribuito il nome di Ales Bendjo”. Cosi inizia a raccontarsi Cyril ai microfoni di Farafina’s voice.
Cyril è un artista poliedrico che abbraccia la causa dell’integrazione degli immigrati, facendo combaciare la sua vita artistica con quella di mediatore culturale. Da attore ha infatti recitato come protagonista nel pluripremiato film Go home della regista Luna Gualano, un film che ha unito diversi giovani professionisti d’origine africana che hanno avvertito l’esigenza di cambiare l’immaginario collettivo sulla figura dell’immigrato, del diverso. Al suo attivo ha anche un altro lungometraggio “Africa“, film di Gaston Biwolé che abbraccia sempre il tema del multiculturalismo declinando l’amore tra una ragazza africana omonima del film e un italiano.
Attore ma anche regista: dopo l’esperienza maturata presso l’associazione “Il ponte sullo schermo”, un laboratorio di cinema, videomaking e recitazione cinematografica rivolta ai migranti, ha realizzato diversi cortometraggi e videoclip in co-regia. Alle sue competenze cinematografiche, Cyril aggiunge anche quelle musicali. È cantante, produttore, compositore, manager discografico e scrittore.
Nel mondo della musica discografia ha partecipato a diverse collaborazioni con cantanti africani e ha inciso alcuni brani che si fonderanno in un disco che uscirà quest’anno. Per quanto riguarda la letteratura invece, Cyril ha scritto le chemin que vous m’avez emprunté, un romanzo d’avventura in cui racconta e analizza l’impatto del post colonialismo sulla vita del giovane Franky, il protagonista. Al momento è in corso di stesura la sua seconda opera che tratterà dell’integrazione delle coppie miste, dal titolo provvisorio: “Un po’ d’Africa in me”.
Cyril è un esempio per i tanti giovani stranieri e i nuovi italiani che, ogni giorno lottano per avere un posto sulla scacchiera della società italiana, ma che si impegnano anche per affermarsi in un paese che sta chiaramente facendo fatica ad accettarli.
Niamke N. Lynda