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FARAFINA'S VOICE

"La cultura non fa le persone. Sono le persone a fare la cultura. Il razzismo non dovrebbe esistere, però non vinci un biscotto se lo combatti" - Chimamanda Ngozie Adichie

In questo mondo, essere donna è considerata una debolezza ed esserlo è molto faticoso. Dobbiamo lottare giornalmente per gli stessi diritti degli uomini, lottare contro le ingiustizie sessiste e lottare tra noi stesse. Le cose si complicano ancora di più per le donne nere. Una donna nera, in qualsiasi parte del mondo, deve darsi il doppio da fare, e la cosa triste è che in alcune società africane, viene poco considerata: sottomissione al volere dell’uomo (padre e poi marito) ed esclusione dalla società là dove il maschilismo è ostile.

Le donne in Africa non hanno una vita semplice. Fin dalla tenera età, sono i primi interlocutori economici e sociali del continente; lavoratrici instancabili, trascorrono la loro vita tra la prole, spesso numerosa, e il lavoro nei campi per mantenere la famiglia. Più ci si addentra nelle zone rurali, più si complica la situazione. Infatti, le ragazzine che non frequentano la scuola visto il poco valore attribuito all’istruzione, hanno il compito di aiutare le madri nelle faccende domestiche come andare a prendere l’acqua ai ruscelli, crescere i fratelli piccoli e provvedere all’economia del nucleo familiare.

Malgrado lo sviluppo urbano del continente, tre quarti della popolazione femminile lavora nel settore agricolo. Però, lo sforzo incessante che forniscono nelle zone rurali va oltre la normalità e quello maschile non gli si può paragonare. Da sole si occupano delle faccende domestiche e dell’educazione dei bambini. Si alzano all’alba e vanno a letto dopo tutti gli altri membri della famiglia. L’assenza di animali da somma e di mezzi meccanici fa di loro delle bestie da somma: Nessun’altro potrebbe trasportare, come fanno loro, la legna e i recipienti d’acqua sulla testa con un bambino sulla schiena (e spesso un altro nella pancia) e percorrere dai 5 ai 10 chilometri a piedi nudi su sentieri non molto praticabili. Insomma, queste donne sono delle vere Ercole a piedi nudi.

Durante l’adolescenza, la ragazza inizia ad acquisire importanza: si avvicina l’età del matrimonio. Allora, è percepita come ricchezza sia per la sua famiglia che per il suo marito. Il marito deve pagare una dote, non insignificante, alla famiglia della ragazza che vuole sposare. Certe volte però, la dote è talmente cara che solo uomini anziani e abbienti se lo possono permettere, quindi la differenza d’età tra i due coniugi è quasi sempre molto alta. Spesso, la ragazza raggiunge l’uomo che l’ha “comprata” dai suoi genitori ancora prima delle sue prime mestruazioni. Ma vi starete chiedendo :”perché un uomo sborsa così tanti soldi per arricchire un’altra famiglia?”, vi starete chiedendo. Perché in certe parti del Continente, la fortuna dell’uomo si determina dal numero di mogli che ha. Avere più donne vuol dire avere più denaro.

Nel libro “L’Afrique noire précoloniale” di Cheick Anta Diop, lo scrittore spiega come la donna africana aveva, nel passato, molta più libertà e svolgeva un ruolo politico decisivo prima dell’introduzione dell’Islam E della colonizzazione degli europei cristiani. Prima delle religioni straniere, la donna aveva potere decisionale. Oggi, invece le cose sono cambiate. Malgrado ciò, la tradizione africana vuole che la donna sia rispettata e onorata, ma questo, non sempre avviene perché costrette a subire violenze e soprusi dagli uomini.

Andress Kouakou, Niamke Lynda Niamke

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