Nel XIV secolo, nasce in Senegal, l’impero Wolof. Verso il XVI secolo, si divide dando vita agli Stati del Dyolof, Waalo, Baol e Cayor. Il regno del Waalo era collocato al nord del Senegal e al sud della Mauritania. Occupava una posizione strategica tra il mondo arabo berbero e l’Africa nera. La sua capitale era Njurbel sita al sud della Mauritania attuale. I Wolof, che si estendono da Ndar (Saint Louis) al sud del Capo verde, sono segnalati per la prima volta da Da Mosto, a metà del XV secolo. Secondo i viaggiatori bianchi, gli abitanti di questa regione sono chiamati Galaff o Gelaffa, ma anche Ialof o Iolof. Questa denominazione proviene dal nome del fondatore del primo villaggio del regno, Dyolof Mbeng.
Come richiesto dalla tradizione matriarcale africana, sono le donne di sangue reale, dette Linguère, a decidere della legittimità del potere. La linguère Fatim Mbodj nomina quindi suo marito Amar Borso Mbodj, re del Waalo. Dalla loro unione, erano nate due figlie: Njeumbet e Ndate Yalla. Fin da giovani, le principesse furono preparate, dalla madre, alla gestione del regno e alla sua difesa. Nel 1820, i berberi attaccano il regno quando il brack si sta curando fuori dal Waalo. Fatim Mbodj e il suo esercito di donne travestite da uomini, affrontano e respingono gli invasori schiavisti. Feriti nel loro orgoglio per aver fallito di fronte a delle donne, i berberi decidono di attaccare di nuovo e vincono questa volta. La sconfitta e la messa in schiavitù non le arrestano: la linguère e il suo esercito si suicidano collettivamente nel fuoco dopo aver fatto scappare le sue figlie di 12 e 10 anni. Le due ragazze prendono il commando del Waalo. Nel 1846, Ndate Yalla ha 36 anni quando assume pieni poteri sul regno dopo la morte della sorella Ndjeumbet. Nel 1848, i francesi iniziano ufficialmente a colonizzare il Senegal da Saint Louis.
Il Waalo era un piccolo paradiso: campi di riso e di arachidi, acque pescose, prati verdi, branchi di pecore, vacche, capre e cavalli. Nei giardini familiari, curati dalle donne, crescevano patate dolci, zucche, meloni e pomodori. Il fiume rappresentava un’importante attività economica per il Waalo che ne controllava la traversata grazie alle sue barche. Gli stranieri europei dovevano quindi pagare delle tasse per poter commerciare. Ndete Yalla faceva di tutto affinché regnasse l’ordine.
Per circa due secoli, le coste senegalesi erano state contese da portoghesi, olandesi, inglesi e francesi per accaparrarsi quella parte del continente che serviva da punto di rifornimento di schiavi e materie prime. Quando si scoprì che il fiume poteva costituire un asse strategico di penetrazione nell’Africa occidentale, la città di Saint Louis si trasformò. Da deposito di schiavi, divenne il fulcro del saccheggio di materie prime e prodotti tropicali (oro, spezie, avorio, gomma, …) e dell’introduzione di armi, alcol e bigiotteria sul continente. Le ambizioni dei francesi erano chiare: uccidere tutti gli africani che si sarebbero messi contro le loro volontà.
In una decisa lettera diretta al governatore di Saint Louis, Louis Faidherbe, la regina Ndete Yalla richiede con fermezza lo smaltimento dei lotti intorno alla città coloniale e vieta qualsiasi commercio europeo intorno al suo regno dopo che i commercianti europei smisero di pagare le tasse imposte dal Waalo. Faidherbe coglie così la lettera come pretesto per sciogliere il regno del Waalo, conquistare i regni del Baol e del Cayor e tentare un attacco contro i berberi che si erano alleati ai regni. Nel febbraio del 1855, in dieci giorni di marcia, Faidherbe praticò la politica della terra bruciata e devastò tutto sul suo passaggio, bruciando 25 villaggi, impadronendosi degli allevamenti e riportando oltre 2000 vacche a Saint Louis. Ndete Yalla trovò rifugio nel Cayor dove tentò di creare una seconda resistenza, ma si spense di angoscia nel dicembre 1856 dopo 22 anni di regno. Fu una delle ultime sovrane a combattere contro i colonizzatori.