Questa è la storia di una persona che ho scoperto pochi giorni fa durante una serata cinema e non avrei mai pensato che fosse esistita davvero.
Nata verso il 1820, nel Maryland, da due genitori schiavi (Harriet e Ben) la piccola Araminta (nome dato alla nascita) Ross era la sesta figlia di una famiglia di nove figli. Modesty, la nonna materna di Araminta arrivò negli Stati Uniti su una nave negriera. Secondo alcune informazioni non certe, la sua famiglia era del regno Ashanti e quindi si collocherebbe geograficamente nell’attuale Ghana.
Il sistema schiavista divideva le famiglie numerose, vendendo i figli ad altri proprietari terrieri e la maggior parte delle volte, i genitori non rivedevano mai più i figli. La famiglia Ross non sfuggì alla regola. Il loro proprietario, Edward Brodess, vendette le prime tre sorelle di Araminta a persone di un altro stato. Quando volé vendere anche l’ultimogenito di Harriet, ella gli fece fronte minacciando di aprirgli la testa con un sasso e nascose suo figlio per un mese intero. Brodess abbandonò l’idea. Tanti storici pensano che sia quello l’episodio che fece credere ad Araminta che c’era la possibilità di resistere.
All’età di sei anni, venne “affittata” a una donna di nome “miss Susan” dalla quale subì costanti violenze e maltrattamenti. Il suo lavoro consisteva nel badare a un neonato durante il suo sonno; quando il pargolo si svegliava, piangendo, lei veniva frustata. Ciò avveniva almeno cinque volte al giorno. Un giorno, incolpata di aver rubato una zolletta di zucchero, Araminta si nascose nel porcile del vicino per cinque giorni dove si contendeva i resti con i maiali. Affamata, dovette tornare da Miss Susan dove venne pesantemente picchiata . Diventata adolescente, fu mandata in una merceria per fare compere. Si imbattette in un capomastro infuriato alla caccia di uno schiavo. Le ordinò di trattenere il povere schiavo, ma lei si rifiutò. Con l’intento di bloccare lo schiavo, il capomastro gli gettò un peso di due libbre che riuscì a schivare, ma che colpì Araminta alla testa facendola svenire. Fu riportata a casa della padrona e appoggiata su un tavolo dove rimase incosciente per due giorni senza cure.

Poco dopo questo episodio, iniziò ad avere delle convulsioni, delle visioni e dei sogni. Questa ferita alla testa sopraggiunse in un momento dove Araminta aveva sviluppato una grande fede in Dio. Come gran degli schiavi, Ross attingeva la sua ispirazione dai racconti del vecchio testamento come quello di Mosè che salvò gli ebrei. Interpretava i suoi sogni come segni che Dio le mandava per salvare la sua gente. Ebbe queste crisi per il resto della sua vita. Giovane adulta, prese il nome Harriet in onore di sua madre e sposò John Tubman, schiavo affrancato.

Nel 1849, Harriet scappò via da casa del suo padrone senza il suo marito, affrontando il pericolo dei cacciatori su 150 km. Una volta, salva, nutrì l’idea di tornare nel Maryland a salvare la sua gente. Prima, salvò la sua famiglia, poi altri. Tornò per ben 13 volte in un luogo dove avevano messo una taglia sulla sua testa. Niente la fermò! Riuscì a salvare 70 schiavi. Quando scoppiò la guerra di secessione nel 1861, Tubman divenne una figura molto importante nei campi. Il primo giugno DEL 1863, guidò una spedizione sul fiume Combahee, in Carolina del Sud, per liberare 750 schiavi.

Nel 2016, è stata scelta dal dipartimento americano della tesoreria per figurare sulla banconota da 20 dollari americani dal gennaio 2020, facendola diventare la prima persona nera a ricevere questo riconoscimento. Ma Donald Trump aggiornò la decisione, sine die. Meno male che la sua memoria è viva attraverso altri canali.