Bugie, tradimenti, assassini. La politica africana come ovunque è testimone di complotti degni di grandi film thriller. Semmai vi venisse voglia di lanciarvi nella politica, pensate a questi cinque dirigenti politici che hanno visto il loro entourage rivoltarsi contro loro.
1. Francisco Macias N’Guema, buttato fuori da suo nipote
Francisco Macias N’Guema alias Masie Nguema Biyogo Negue Ndong, è un politico equatoguineano, presidente della Repubblica dal 1968 al 1979. Nel 1972, si proclamò presidente a vita, capo del governo, ministro della difesa, degli affari esteri, della giustizia e delle finanze. Gli undici anni di dittatura di Macias Nguema sono spesso paragonati alla presidenza di Idi Amin Dada in Uganda, o a quella di Jean-Bedel Bokassa in Repubblica centrafricana. Il 3 agosto 1979 il suo nipote, Teodoro Obiang Nguema Mbasogo, con l’aiuto di un gruppo di militari prende il potere. Macias fugge e si rinchiude in un bunker dove distrugge le riserve valutarie del paese (la moneta dell’epoca era l’ekwele-bikwele). Da questo episodio, nasce la più grave crisi monetaria della Guinea Equatoriale.
2. David Dacko e Bokassa: UN affare di famiglia in Repubblica centroafricana
Nel 1959, a soli 29 anni, David Dacko si ritrova catapultato a capo della Repubblica centroafricana dopo la morte di suo zio Barthelemy Boganda, presidente del consiglio del governo all’epoca. L’indipendenza proclamata il 13 agosto 1960 fa di David Dacko il primo capo di stato dello Stato Centroafricano. Ma il 31 dicembre 1965, Jean-Bedel Bokassa, un lontano cugino del presidente e nipote di Boganda, lo rovescia. Diventa comunque il ministro personale dell’imperatore. David Dacko riacquista il potere solo quando la Francia ha organizzato l’intervento Caban nel 1979 contro Bokassa.
3. Laurent-Désiré Kabila, ucciso dalla sua guardia del corpo
Tutt’oggi, una zona d’ombra avvolge l’assassinio dell’ex capo di stato Laurent-Désiré Kabila nel 2001 a Kinshasa. Tutto quello che sappiamo, è il crimine commesso da Rachidi Mizele, ex bimbo-soldato diventato membro della sua guardia. Mizele è a sua volta, ucciso dal colonnello Eddy Kapend che sarà a sua volta condannato dal tribunale militare congolese con la pena capitale per il coinvolgimento nell’assassinio del presidente Kabila.
4. Patrice Lumumba, Pugnalato alle spalle dal suo protetto Mobutu
Lumumba è la figura più emblematica dell’indipendenza dello Zaire. Simboleggia la “memoria congolese”. Patrice Lumumba diventa il Premier del Congo il 23 giugno 1960. Partigiano di un’indipendenza senza concessione, accusato di comunismo, rappresenta subito un ostacolo per gli occidentali e gli interessi minerari. Nel 1960, un giovane giornalista, Joseph-Désiré Mobutu, amico molto intimo di Lumumba, che faceva il doppio gioco al profitto dei colonialisti belgi e della CIA, diventa capo di stato maggiore e fa arrestare il Premier.
5. Thomas Sankara, tradito dal suo braccio destro e amico Blaise Compaoré
Nel 1984, a soli 33 anni, Thomas Sankara prende il potere in Alto Volta e la nomina “Burkina Faso”, paese degli uomini integri. Instaura una politica rivoluzionaria con l’aiuto del suo amico e braccio destro, il capitano Blaise Compaoré. Ma il 15 ottobre 1987, viene tradito da quest’ultimo, che fomenta un colpo di stato contro di lui. Sankara viene assassinato con dodici suoi compagni. Compaoré diventa poi presidente per i 27 anni successivi.