• Dom. Dic 1st, 2024

FARAFINA'S VOICE

"La cultura non fa le persone. Sono le persone a fare la cultura. Il razzismo non dovrebbe esistere, però non vinci un biscotto se lo combatti" - Chimamanda Ngozie Adichie

L’assassinio di Lumumba e la fine della speranza congolese

In questi giorni, molte agenzie giornalistiche hanno riportato la notizia della eminente restituzione dei resti di Lumumba (un dente), da parte del Belgio dopo 60 anni. Ma chi è Lumumba?

Patrice Emery Lumumba, fondatore e capo del primo partito  nazionale, il Mouvement National Congolais, fu il primo, e per molti anni l’unico, dirigente politico democraticamente eletto nella Repubblica Democratica del Congo denominato, ex colonia belga e ex prima proprietà dello schiavista Leopoldo II. In una nazione nota per le guerre senza fine, Lumumba ha cercato di combattere attraverso la critica il paternalismo coloniale e cercato di evocare una collaborazione alla pari il Belgio e la sua patria. Tutto questo, visto come un affronto personale dal giovane re Baldovino I, velocizza il complotto per eliminarlo.

Destituito senza un voto in parlamento, come richiede la Costituzione, Lumumba viene messo agli arresti domiciliari, ma il suo tentativo di sfuggire alla cattura, provoca anche l’arrestato di due suoi compagni, Okito e M’polo. Trasportato in Katanga, qui il 17 gennaio 1961 viene ucciso, in modo barbaro, seppellito, dissepolto e squartato, infine dissolto nell’acido. Di Lumumba non doveva restare proprio nulla. La furia nel distruggerne ogni tracce voleva essere per  gettare tutta la colpa sui corrotti ,“selvaggi e primitivi” congolesi (come documentato dalle carte belghe) corrotti. Ma allora come è arrivato il dente di Lummuba in Belgio? In realtà si sa che fu un belga a sparagli alla testa e altri belgi a squartarlo, infatti un belga, morto nel 2000, senza essere inquisito, ha esibito alla TV belga alcuni denti e un dito del politico che lui stesso aveva tagliato.

Avevamo fucilato Lumumba nel pomeriggio. Poi tornai nella notte con un altro soldato, perché le mani dei cadaveri spuntavano ancora dal terriccio. Prendemmo l’acido che si usa per le batterie delle automobili, dissotterrammo i corpi, li facemmo a pezzi con l’accetta; poi li sciogliemmo in un barile, facendo tutto di fretta, perché non ci vedesse nessuno».

Ha raccontato il generale Soete alla commissione parlamentare belga incaricata delle indagini a 40 anni di distanza dall’omicidio

Con la morte di Katanga cade anche la speranza del cambiamento all’interno dello stato e una fine alle interminabili guerre civili. Agli occhi degli altri stati africani all’alba della indipendenza, la sua morte diventa il simbolo delle tragedie colonialistiche e le classi dirigenti africane capiscono che la loro sovranità non sarà  mai completamente libera.

Oggi sappiamo chi ha barbaramente giustiziato Lumuba, senza che ci fosse un processo probatorio, sappiamo il come e il perché. Sappiamo che veniva descritto come un maxista con lo scopo preciso di giustificarne l’uccisione. Ma la verità è che Lumumba non era un comunista, era un nazionalista panafricanista, che nonostante sapesse di essere nemico di molti e senza alleati internazionali, non voleva cedere e farsi corrompere come fecero tanti dei suoi.

Si sa che la CIA aiutò finanziariamente gli avversari politici filo-belgi di Lumumba. Anche il governo belga ha riconosciuto nel 2002 la sua responsabilità: “Alla luce dei criteri applicati oggi, alcuni membri del Governo di allora ed alcuni personaggi belgi dell’epoca portano una indiscutibile responsabilità nella morte di Patrice Lumumba. Il Governo considera perciò appropriato porgere alla famiglia di Patrice Lumumba e al popolo congolese il proprio profondo e sincero rincrescimento e le proprie scuse per il dolore che è stato loro inflitto da quell’apatia e da quella fredda neutralità“. Nonostante questo, molti dei suoi assassini (anche belgi) oggi vivono impuniti e alcuni sono stati insigniti del titolo di eroi nazionali congolesi.

Il periodo dell’indipendenza dal Belgio e la figura di Lumumba sono stati rappresentati nel film Lumumba di Raol Peck realizzato nel 2000 e da 60 anni l’elegante esile uomo che ha dato la vita per un bene comune, ci dimostra che non è facile seppellirlo: se la giustizia è muta e la Commissione d’inchiesta ha solo distribuito condanne morali, la storia parla e continuerà a farlo.

Di Lynda Niamke

Dottoressa in Lingue e culture per l’editoria e in Giornalismo e cultura editoriale. Nata in Costa d'Avorio trasferitasi in Italia all'età di 8 anni, vi ha seguito tutta la sua formazione scolastica. L' amore per l'Africa, la port a fare un'esperienza in Ghana, dove perfeziona quelle che sono le sue conoscenze e competenze orali e tecniche nell'ambito del giornalismo.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *