In tutto il mondo, vengono riportati casi di agressioni e supro contro le donne di tutte le età, ma il tasso di agressioni sessuali contro i bambini in Africa è molto elevato. Secondo l’ONG Save the children, in Africa la violenza contro i minori non si ferma: in 5 anni si sono commessi più di 55 mila crimini di ogni genere contro bambini e bambine, di cui 4600 casi di abusi sessuali. Molti stati africani si impegnano e si stanno impegando per far si che queste violenze terminino. L’ultima arriva da Kaduna, stato della Nigeria dove il parlamento ha approvato a unanimità la castrazione per i cosidetti sex offender, gli stupratori di bambini sotto i 14 anni. Questa zona della Nigeria è molto soggetta alla furia violenta di banditi e la morte, le violenze di ogni genere, anche di bambini sono all’ordine del giorno. Il fenomeno è cosi dilagante che secondo l’Unicef, il 25% delle femmine e il 10% dei maschi hanno subito violenze sessuali prima dei 18 anni.
Il povvedimento approvato dopo l’indignazione dell’opinione pubblica su quanto era successo nel mese di luglio, in piena quarantena, alla studentessa universitaria stuprata e bastonata a morte. Il governatore di Kaduna Nasir Ahmad el-Rufai, già sostenitore della castrazione come misura contro i recidivi si è dimostrato più che volentoroso a firmare questo provedimento, per metter fine all’uso dello stupro come arma di guerra per mettere a tacere le fasce più deboli.
Questo proveddimento non è solo contro gli uomini, ma è anche contro le donne che abusano dei minori: rimozione dei testicoli per gli uomini e le tube di falloppio per le donne. E se la vittima è sotto la solia di età indicata dal provedimento, scatta la pena di morte. Scometto che vi state ciendendo: e se la vittima ha più di 14 anni anni, che succede? Anche qui la pena è amara, si prende l’ergastolo. La legge innoltre prevede che i nomi i cognomi di coloro che abusano di minori di 14 anni vegano inseriti un registro di autori di reati sessuali da pubblicare sui media. Non solo pena giusdiziaria, ma anche gogna mediatica.