Con Tahar Ben Jelloun entriamo nelle pieghe del mondo arabo degli anni 40, nella sua cultura e nelle sue tradizioni; un mondo in cui avere un figlio maschio che mantenga viva l’eredità di famiglia è una questione di vitale importanza.
Questo è il racconto di una falsa identità. Un’identità rubata e imposta che cresce tra le case basse marocchine, tra l’atmosfera maghrebina, tra i riti tramandati di generazione in generazione che portano il lettore a perdersi nella magia del mondo arabo, ma anche ad interrogarsi sui caratteri religiosi, etici, sessuali e sociali del Maghreb.
Questa è la storia di Mohamed Ahmed. Mohamed nasce dopo sette sorelle figlie legittime mai accettate e a fatica tollerate dal padre che le considera una disgrazia del ventre della moglie. Perseguitato dal disonore, l’uomo all’ennesima gravidanza della moglie, preannuncia la nascita di un erede maschio e organizza una grande festa come vuole la tradizione. Il nascituro però è femmina. Di fronte l’idea di perdere l’onore e la rispettabilità sociale, il padre decide di nominarla Mohamed. Il silenzio su questo segreto viene imposto sia alla moglie che alla levatrice e Mohamed, nato femmina cresce maschio per volere e imposizione del padre. Durante la pubertà la situazione inizia a pesare sulla sua vita e la contrapposizione uomo-donna diventa un tormento: un piccolo seno da donna contrapposto a una barba incolta portano ad una confusione sessuale.
Questo romanzo scritto come un libro-diario, oltre a raccontare fatti accaduti attraverso le lettere e i pensieri intimi della protagonista, denuncia la situazione delle donne arabe, soggiogate da una società in cui l’uomo le fa da padrone e una società in cui l’arrivo di un figlio maschio è un’evento da celebrare con orgoglio rispetto alla nascita di una femmina.
Nonostante la componente religiosa del romanzo, accompagnato da una struttura narrativa un po’ complessa (mix tra realtà e fantasia, uso di un gioco di frasi che frammentate sembrano rincorrersi tra le pagine del libro), devo sottolineare che Creatura di sabbia è un libro molto interessante, un’opera introspettiva di grande spessore di cui bisogna saper cogliere l’essenza e soprattutto la finalità, visto che il finale è aperto alla fantasia dei lettori.