Chi ci segue dai primi giorni del blog o chi recentemente ha letto la nostra descrizione, sa che Farafina in lingua bambara significa Africa. Ora, recentemente stavo giocando con la parola Farafina pensando a quanto siamo state originali nel trovare un nome così bello per il nostro progetto e pensavo gongolando per la sua unicità. Ora a chiamarci Farafina non siamo le uniche, ma ci sono anche altre entità.
Il primo progetto a chiamarsi Farafina è un gruppo musicale del Burkina Faso nato nel 1978 a Bobo Dioulasso (noi invece nasciamo nel 2018 a Parma). E’ una band di otto membri molto nota in Burkina ed è uno dei gruppi musicali africani più importanti a livello internazionale.
Il membro fondatore del gruppo è Mahama Konaté, un suonatore di bafalon e artista del balletto nazionale. Come gruppo oltre alla voce, i membri usano anche strumenti tradizionali africani come kora, djembe, bara, tama, doum’doum, shekere, balafon.
Nel 1993 (quando siamo fisicamente nate noi) i Farafina partono alla volta dell’Europa in tournée. La particolarità di questo gruppo è quello di aver saputo espandere la loro musica, infatti mentre la musica è suonata dagli strumenti tradizionali, con l’integrazione di nuove forme orchestrali, melodie, strumenti contemporanei come la chitarra, la tastiera e la voce femminile che spicca nel gruppo completamente maschile, i testi affrontano temi d’attualità africana in modo critico e speranzoso, il tutto intrecciato da ritmi complessi e forti.
Come la maggior parte dei gruppi, anche i Farafina hanno avuto alti e bassi: dopo 13 anni di condivisione artistica, nel 1991 il fondatore Mahama abbandona il gruppo, alcuni membri se ne vanno, altri arrivano e altri muoiono. Ma una cosa hanno lasciato come eredità: la scuola Farafina, una scuola musicale che continua la tradizione africana di far conoscere ai bambini fin da piccoli la musica puramente africana e mantenerla viva.
La musica dei Farafina è sensibile, sottile e aderente al tempo e alla storia. E’ una musica che ti porta alla scoperta dell’Africa e del mondo intero toccando le corde giuste dell’anima, nutrita da ritmi che portano fino alle radici del Jazz. Ultimo ma non meno importante è l’influenza che questa musica ha subìto dai paesi vicini, Mali, Niger, Ghana e Benin che hanno tutti contribuito alla sua richezza.
Articolo molto interessante. Per chi fosse interessato, come me, ad approfondire la cultura musicale africana, dove dovrebbe indirizzarsi nella ricerca?
Purtroppo non sono capace di riprodurre lo spirito musicale africano perché non ne ho la cultura.
Mi interessano campioni musicali, informali, meglio se un solo strumento senza accompagnamento; oppure un accompagnamento senza la parte solista.
Insomma, mi interesserebbe avere a disposizione basi sonore estremamente informali, ma eseguite nello spirito della cultura africana.
Peccato (lo dico sorridendo e con il più umile rispetto) che nell’articolo non siano stati presentati anche esempi musicali dei singoli strumenti… sarebbero stati proprio quello che cercavo.
La musica africana, come pure la musica araba, seguono una scala tonale diversa da quella occidentale.
Ogni volta che ho provato a riprodurre una sonorità musicale di queste due culture, non ci sono riuscito.
Perché? Semplice, perché non ne ho la cultura. smile: 🙂
Ciao Cormi57,
grazie per aver letto l’articolo e grazie per il tuo commento. Purtroppo non ci intendiamo di musica prettamente strumentale e di strumenti musicali in senso stretto quindi non sapremmo come indirizzarti nella tua ricerca, al di là di google. Devo però dire che La tua richiesta mi ha incuriosita per cui penso che farò delle ricerche per un eventuale articolo… vedremo cosa salta fuori.
Grazie,
Lynda