• Ven. Mar 28th, 2025

FARAFINA'S VOICE

"La cultura non fa le persone. Sono le persone a fare la cultura. Il razzismo non dovrebbe esistere, però non vinci un biscotto se lo combatti" - Chimamanda Ngozie Adichie

Gli stili di abbigliamento africani sono una vibrante fusione di tradizione, cultura e creatività che mettono in mostra un patrimonio eterogeneo e l’estro artistico.

In un precedente articolo avete conosciuto il Kente o Kita, il tessuto tradizione della popolazione Akan (che troviamo in Ghana e in Costa d’Avorio) e patrimonio Unesco dal 2024. In questo articolo vi accompagno alla scoperta di altri tessuti tradizionali che sono caratteristici e distintivi per ogni stato africano per stile, design, materiale, motivi geometrici, colori e ornamenti.

Nigeria – ASO OKE

L’Aso oke è un tessuto particolarmente utilizzato dall’etnia Yoruba. Dai colori vivaci e motivi geometrici caledescopici, il tessuto è realizzato in fibra di cotone o seta. Una nota caratteristica di questo tessuto usato per creare abiti elegantissimi come l’Agbada (per gli uomini), l’Iro e la Buda (per le donne), è la consistenza spessa e quindi leggermente pesante.

Zambia – CHITENGE

Questo tessuto da il nome anche all’abigliamento femminile comune in Zambia, il Chitenge. E’ un tessuto colorato e decorato che può essere usato per confezionare gonne, vestiti, scialli o turbanti. E’ un tessuto molto leggero che si presta bene a diversi stili. Per gli uomini invece, l’indumento tradizionale si compone di camicia e pantalone o bubu fatti di Chitenge.

Camerun – NDOP

Tessuto dal vivacissimo color blù, è noto per i suoi intricati motivi geometrici che raccontano la storia e la cultura della comunità Bamoun e Bamileke. Questo tessuto prodotto artiggianalmente veniva tradizionalmente indossato dalla nobiltà durante eventi e cerimonie ed è stato dicchiarato patrimonio nazionale da trasmettere alle generazioni future.

Mali – BOGOLAN

Il Bogolan è un tessuto tradizionale che accomuna diversi stati dell’africa occidentale, ma è in particolar modo popolare in Mali. Bogolan significa “dipinto con il fango”, infatti il fango fermenttato o l’argila sono i materiali usati per creare i motivi decorativi. La realizzazione del tessuto parte dalla tessitura del cotone a mano e il fango fermentato o l’argila vengono applicati sui tessuti che hanno un’imbastitura dei motivi geometrici. Con i disegni si racconta storie antiche tratte dalla mitologia dei Dogon. In origine i tessuti bogolan venivano indossati dai cacciatori e dai guaritori per mimetizzarsi e proteggersi. La funzione di protezione si estendeva anche alle donne dopo il parto.

Repubblica democratica del CongoKUBA

Prodotti da varie etnie della RDC, si dice che i tessuti Kuba abbiano ispirato alcune delle opere di Pablo Picasso. I disegni hanno sia una funzione decorativa, che storica: raccontano infatti storie utilizzando diversi simboli realizzati con tinture prodotte da minerali e vegetali. Il tessuto nasce dalla lavorazione della Raphia Vinifera, una fibra ottenuta dalla palma. Con il Kuba viene confezionato il Ntiak, un abito riservato agli aristocratici e ai re, con vari motivi che raccontavano le vicende di personaggi storici, le loro vittorie e sconfitte.

Un altro tessuto della RDC è il velluto del Kasai.

Il veluto del Kasai è un tessuto prodotto nella provincia di Kasai, dagli Shoowa dell’etnica Kuba. Questo tessuto presenta forme geometriche molto complesse e un effetto a rilievo. Anche in questo caso la lavorazione si basa sulle fibre della palma Raphia Vinifera. In origine veniva usato per seppellire i morti, poi è diventato più popolare ed è stato utilizzato anche come valuta.

Sudafrica- Ndebele

Gli Ndebele sono un’etnia sudafricana omonima del tessuto che ha splendidi disegni fatti esclusivamente dalle donne. Si racconta che questi disegni fossero una sorta di codice per scambiarsi in segreto informazioni e comunicazioni. Questi simboli si trovano anche sulle pitture murarie delle capanne.

l’Africa ha sempre avuto una vera e propria arte tessile, che dava lavoro e manteneva le tradizioni dei popoli, fino all’introduzione dei tessuti olandesi meccanicamente prodotti, i Wax.

Se nel passato questi tessuti riflettevano le tradizioni ancestrali e i ruoli scociali di chi li indossava, ora con la globalizzazione sono diventati anche capi di moda reinterpretati in chiave moderna. Da capi senza tempo che affondano le loro radici in usanze secolari, a modelli all’avanguardia. La tradizione però viene tramandata di generazioni in generazioni ma la sfida è ora quella di coinvolgere i giovani, perché la moda africana non sia solo una questione di stile e colori, ma sia anche simbolo di riscatto, di orgoglio e di identità culturale.

Di Lynda Niamke

Dottoressa in Lingue e culture per l’editoria e in Giornalismo e cultura editoriale. Nata in Costa d'Avorio trasferitasi in Italia all'età di 8 anni, vi ha seguito tutta la sua formazione scolastica. L' amore per l'Africa, la port a fare un'esperienza in Ghana, dove perfeziona quelle che sono le sue conoscenze e competenze orali e tecniche nell'ambito del giornalismo.

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